Melina Doti


Melina Doti (all’anagrafe Carmela Doti, Sasso di Castalda 4/10/1933-Foggia 12/1/2015) è scrittrice e pittrice naif. La sua attività letteraria ed artistica, che ha ricevuto decine di premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali, è improntata all’amore per le cose semplici e ad una visione gioiosa ed ottimistica della vita. Un background che parte dalla sua infanzia tutt’altro che facile, segnata dalla paura e dagli stenti della seconda guerra mondiale che anche in un piccolo paese come Sasso di Castalda costrinse molte famiglie a rifugiarsi nei boschi per sfuggire a razzìe e bombardamenti, di cui tuttavia Melina Doti ed i suoi familiari furono atterriti testimoni e, in più occasioni, vittime mancate. Aver superato una prova così difficile ha forgiato il carattere di Melina Doti e l’ha portata a guardare la vita con ragionato ottimismo, una “lente rosa” che ha trasferito nei suoi libri e nei suoi dipinti. Una produzione vastissima. Racconti, romanzi fantasy, gialli, poesie, pubblicati in decine di antologie e in volumi singoli. Fra questi “Il violino del nonno” (L’Autore Libri Firenze), racconto ambientato in un ideale San Melandro, paese dell’Appennino meridionale in cui si muove la famiglia di Robert, il giovane coprotagonista insieme al nonno Gustavo; i racconti “Il vino del prete”, “Quattro passi in Basilicata”, “La vecchina del metrò”, tutti premiati in manifestazioni letterarie in diverse città italiane; il romanzo “Va dove ti chiama il destino” (L’Autore Libri Firenze), un fantasy che affronta il tema dell’adozione con una trama intrigante ed avvincente. I libri hanno ricevuto recensioni prestigiose dai maggiori quotidiani e periodici, fra i quali La Stampa, La Gazzetta del Mezzogiorno, Donna Moderna, Grazia e in tv da Raitre, con interviste all’autrice.

Nelle tele, dalle più piccole a quelle grandi come arazzi, colpisce la soavità dei tratti, la freschezza dei soggetti, l’originalità dei cromatismi, ottenuti con colori composti uno per uno dall’artista. Paesaggi fiabeschi, icone imponenti, personaggi sognanti, dai Castelli della Baviera alle Risaie del Guilin, all’Arco di Palmira, dipinto proprio qualche mese prima che la furia devastatrice dell’Isis lo distruggesse. E poi le numerose raffigurazioni di Matera, le montagne “blu” che sormontano i tanti paesi della Basilicata, gli omaggi a grandi maestri dell’arte, da Botticelli al contemporaneo Remo Brindisi. Non a caso i quadri di Melina Doti godono di quotazioni rilevanti e Melina Doti è fra i pochi artisti scelti da Vittorio Sgarbi per “Porto Franco”, un progetto e un volume in cui è presente la prestigiosa recensione che il noto critico d’arte ha scritto per le opere di Melina Doti. Quadri dell’artista lucana, esposti in centinaia di mostre, sono in collezioni private, musei, cattedrali, gallerie, oltre che essere illustrati sui maggiori manuali d’arte. Fra i premi ricevuti da Melina Doti, accanto ai titoli accademici ad honorem dell’Accademia Il Machiavello di Firenze e dell’Accademia Internazionale di Roma, al titolo di Cavaliere dell’Arte ricevuto a Sassari, da ricordare il premio “Le Grand Arc de la Dèfènce” a Parigi, il Gran Premio di Parigi, la Coppa d’Argento e Targa Versilia, i Premi ministro dell’Interno, ministro della Difesa e ministro della Cultura al Premio nazionale Primavera di Foggia.